Uno...
nel breve periodo ci sono essenzialmente tre possibilità:... e due
[...]
- Abbassare i salari. Specificamente, abbassare w(i) fino a un livello per cui (R+w(i))/A(i) è uguale a (R+w(N))/A(N).
- Sussidiare l’impresa (l’industria dell’auto), ossia dare all'impresa un sussidio (s) per ogni Pippo prodotta, tale che c(i)-s sia minore o uguale ac(N).
- Concedere potere monopolistico all’impresa nazionale, impedendo alle altre di vendere nel paese i (o imponendo pesanti dazi doganali - che è la stessa cosa).
Nel primo caso pagano i lavoratori, dato che l'aumento dell'occupazione nel settore dell'auto avviene a spese dei salari. Nel secondo pagano i contribuenti: i sussidi non possono che essere finanziati attraverso imposizione fiscale. Nel terzo pagano i consumatori, che nel paese i finiscono per pagare le auto più care.
I risultati del modello sono chiari. Non resta che scegliere chi paga. Il resto è nebbia.
Siccome però i ragionamenti lunghi e complessi non sono tutto, mi piace chiudere il trittico con questa battuta fulminante di One Blood
Da nessuna parte per i diritti dei lavoratori (che sono nella L. 300 e non nei contratti, la FIOM ripete l'errore di Pomigliano); da nessuna parte per i sindacati: a patto che firmino l'accordo, che per loro non è un brutto accordo, potranno continuare a fare i sindacalisti retribuiti dall'azienda, e potranno metter becco su questioni cruciali, come le assunzioni.Devo dire, invece, che non è un buon accordo per gli operai. La monetizzazione della pausa persa è ridicola; la turnazione su 10 ore è semplicemente follia, folle anche chi, in FIAT, l'ha pensata! Provate a fare 10 ore su una linea di montaggio e vedrete che alla decima ora vi appare la Madonna, io come cliente non vorrei essere sull'auto i cui bulloni sono stati avvitati da un operaio stanco e a fine turno.Anche la FIAT non compie alcun passo in avanti. Rischia una causa infinita dalla FIOM per quella clausola sulle R.S.A., che possono essere formate solo dai firmatari dell'accordo; non parla di rimettere sui giusti binari della produttività uno stabilimento improduttivo quanto Pomigliano; non chiude più i rubinetti per i permessi sindacali straordinari; non cerca di riportare la dialettica interna ad un'azienda al rapporto azienda/lavoratore, ma ritorna al sistema azienda/sindacati. Basti pensare che eventuali miglioramenti per la produttività suggeriti dal singolo lavoratore devono sempre passare “al vaglio” della famose commissioni paritetiche (pag. 41). Folle!Last but not least: in un accordo in cui si prevede la firma di un contratto di assunzione “individuale”, all'amerikana, non c'è alcun meccanismo premiante, non c'è traccia di incentivi, come se tutti i lavoratori fossero uguali, l'eccellenza continua a non essere premiata, anzi mortificata tramite il “vaglio”. Un accordo molto cinese: molto lavoro, nessun incentivo al lavoratore, molto grasso per i dirigenti del partito (in Cina), ossia per i sindacalisti (in Italia).
quando, negli anni settanta, c’erano i cattivoni fonte di tutti i mali e tutte le violenze, i salari salivano e i servizi sociali e i diritti venivano conquistati. adesso che siamo tutti buoni e felici mannaggialamadonna manco riesco a finire questa frase.Update.
Aggiungo anche un'intervista a Marchionne, fatta da Repubblica e il post sulla catena di montaggio spiegata ai politici.
2 commenti:
Il primo pezzo l'avevo letto a suo tempo ed è illuminante. Finchè manca un governo in grado di creare condizioni di competitività strutturale siamo messi male. E lo saremo a lungo, temo.
(e comunque ciao, sono il Silvestro)
Posta un commento