lunedì 17 ottobre 2011

La rivoluzione che non serve

Speranza di vita in Italia
Parto da questo bel post dello Scorfano, dalla discussione che ne è scaturita su Friendfeed e dall'altrettanto interessante post di Sphera, per dire pure io la mia.



Per chi non ha voglia di leggersi quanto sopra (ma il mio consiglio è farlo, i due post sono veramente interessanti), il succo credo che sia: se i ventenni di oggi vogliono fare la rivoluzione, tra i loro nemici ci siamo anche noi quarantenni; e per cambiare le cose fare le manifestazioni, violente o pacifiche, non serve a niente.

Per quanto mi piacciano i due post, non sono d'accordo con l'assunto di base, e cioè che il mondo attuale faccia così schifo da necessitare di una rivoluzione, che noi quarantenni non siamo stati in grado di fare.
Dopo una precisazione di Scorfano, cambio: i due post mi spingono a chiedermi se davvero questo mondo attuale fa così schifo da necessitare di una rivoluzione e se ce ne fosse bisogno già da prima e noi quarantenni non siamo stati in grado di farla. E mi rispondo: no.

Cioè: se mi guardo intorno non è che quello che vedo mi piaccia un granché. E di punti da migliorare ne vedo a bizzeffe. Però se guardo al passato evitando di pensare che fosse tutto bello perché eravamo giovani, mi sembra di poter dire che, sulle cose IMPORTANTISSIME, forse siamo ancora in un dei momenti migliori di tutti i tempi. 

E quali sarebbero queste cose importantissime? Beh, la più importantissima di tutte è la vita. E la misura più importante di tutte è la durata della vita, che in questo momento è ai suoi massimi storici. Certo, poi c'è tutto il discorso sulla qualità della vita, la felicità etc, ma a parte che è impossibile da misurare penso che sia comunque preferibile avere a disposizione 85 anni per cercare di realizzarsi e avere una vita felice, piuttosto che averne a disposizione solo 40. Non so io cosa ho fatto di concreto perché ciò accadesse, ma è un dato di fatto che vivo in un mondo che si è evoluto fino a questo punto e che, presumibilmente, sta mettendo in condizione le generazioni future di arrivare ancora più in là.

Secondo punto importantissimo: non stiamo rovinando tutto ciò massacrandoci a vicenda, come mi pare - dai miei sfumatissimi ricordi scolastici - abbiano fatto gran parte degli umani che ci hanno preceduto su questa terra. Quel poco che ricordo della storia studiata a scuola lo ricordo come un ininterrotta sfilza di battaglie, guerre e ammazzamenti. Se viviamo in una fetta di mondo in cui da 65 anni non c'è più stata una vera guerra, sarà un pochino anche merito nostro? Magari non è perché siamo buoni o intelligenti, ma solo perché siamo molli, ma comunque resta il fatto che abbiamo smesso di scannarci tra noi, quale che sia il motivo. 

Morale: se è colpa mia dello stato di squallore della società attuale (e lo è), è anche merito mio del fatto che la vita media si è allungata, che quella di mio figlio probabilmente sarà ancora più lunga, e che non ci facciamo più la guerra. Il saldo, per me, è positivo. Come ci siamo arrivati? Boh. Forse solo per culo, ma sicuramente senza violenza, senza rivoluzioni, senza nulla di spettacolare. E forse è questo il punto: chissà, magari siamo (come società) semplicemente maturati, e l'essere un po' squallidi e imbolsiti è il prezzo da pagare per l'abbandono della sfavillante - ma devastante - gioventù bruciata. Forse la vera rivoluzione è capire che non ci sono rivoluzioni da fare, che la strada è quella giusta e non c'è che da continuare a migliorare, un piccolo non-spettacolare passo alla volta.

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