venerdì 11 luglio 2008

Renato Farina for president

Lo ammetto: sono prevenuto.

Dopo la minchiata che ho riportato qui sotto (di cui sono venuto a sapere tramite altri blog), mi è venuta voglia di contribuire con uno scoop mio, e ho iniziato a spulciare altri resoconti parlamentari delle sedute della commissione VII (a proposito: ma quanto fa schifo lo strumento di ricerca del sito della Camera? Sarà colpa dei suoi algoritmi di destra? :-).

Così ho aperto il resoconto della prima seduta, e ho subito cliccato su Renato Farina, Pdl, nella speranza/quasi certezza di imbattermi in qualche altra perla di quel livello.

E invece, che ti trovo? Ti trovo una roba del genere, roba da sovversivi del p2p (i grassetti sono miei):

Un'altra realtà che non capisco è la SIAE. Mi domando perché, se allestisco uno spettacolo a Desio con canti del Cinquecento spagnolo, questa società si porta via 500 euro per i diritti d'autore, «rubandoli» ai poveri bambini africani, visto che si trattava di una manifestazione di solidarietà. Mi chiedo a quale titolo la SIAE riscuota quei soldi, senza possibilità di obiezione. Forse esistono cantautori che hanno bisogno di quei soldi, ma non si tratta di un problema dei bambini africani, forse neanche della cultura. Sarebbe utile un'inchiesta sulla SIAE e sugli sprechi di queste strutture, il cui mantenimento costa più di quanto riescano a produrre


un mito!

E anche la prima parte dell'intervento, sulla gastronomia come cultura, mi sembra del tutto condivisibile.

Vorrei però fare mia una considerazione. Mi riferisco all'assenza totale della cultura gastronomica, del cibo e del vino, come base del suo programma ministeriale. La ritengo una lacuna, tanto più grave rispetto al fatto che altri Paesi a noi vicini, concorrenti sia sul piano dell'attrattiva culturale che turistica, invece pongono tale cultura in primo piano.
Non vi leggo tutto il discorso di Sarkozy pronunciato il 23 febbraio. Vi riporto solo un passo, nel quale il Presidente francese passa dall'agricoltura alla gastronomia e dice: «L'unicità gastronomica del nostro Paese è eccezionale. Ho preso l'iniziativa che la Francia sia il primo Paese a depositare dal 2009 una candidatura presso l'UNESCO, perché si permetta il riconoscimento del nostro patrimonio gastronomico come patrimonio mondiale. Abbiamo la migliore gastronomia del mondo. Certo, lo è dal nostro punto di vista, ma sfido tutti a compararci con noi e noi vogliamo che questa sia riconosciuta patrimonio mondiale». Lo ha detto Sarkozy, che non è neanche il Ministro dei beni culturali francese. Credo che sia il Presidente Berlusconi che lei, che so essere sensibile a questi discorsi, se non altro per le comuni frequentazioni gastronomiche, dovreste farvi carico di portare avanti questo tipo di iniziative.
La gastronomia non è un «ricciolo biondo» sul marketing, come purtroppo è stata fin qui intesa. Non c'è bisogno di citare Proust, gli odori e quant'altro: la gastronomia è cultura. Non riesco a capire perché si opera questa discriminazione tra cultura alta - le arti figurative, la musica e la poesia - mentre il resto, ciò che attiene al gusto, è considerato plebeo, qualcosa di adatto alle trasmissioni delle 12 come La prova del cuoco. Va bene anche La prova del cuoco, ma vogliamo capire che, nel momento in cui si parla di riqualificazione del turismo, questo punto è essenziale?
Ho stilato l'elenco degli chef francesi che hanno avuto la Legion d'onore. Sono decine. In Italia non esiste nulla di paragonabile. Mi domando la ragione di questa totale sottovalutazione, in un settore che al massimo diventa patrimonio di persone notevoli, che ne fanno occasione di una giusta carriera giornalistica e culturale. L'argomento deve entrare anche nell'ambito del legame tra le problematiche di questo e di altri ministeri, dall'agricoltura ad altri settori.


Insomma: Grande Farina! Peccato solo che, a causa degli algoritmi di sinistra di Google, questo post in cui si parla bene di lui finirà seppellito in qualche milionesima pagina di Google Italia...

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